Tecnologie e digitale sempre più protagonisti del progetto di vita delle persone con disabilità. Dalla scuola al lavoro sino alla vita privata, l’hi-tech è la chiave che apre le porte della socialità e dell’inclusione ed è la chiave di volta che sostiene la struttura dell’esistenza di chi vive, e convive, con una condizione di disabilità.
In particolare, i sistemi tecnologici possono coadiuvare l’inserimento lavorativo in un momento che, secondo i dati della XI° Relazione annuale al Parlamento sullo stato di attuazione della legge 68 del 12 marzo “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”, vede il mondo del lavoro, dopo il condizionamento determinato dalla fase pandemica, riprendere un processo di inserimento lavorativo che speriamo possa tornare ai livelli “numerici” del 2019. Infatti, i nuovi assunti nel 2019 erano oltre 58mila per diventare 32 mila nel 2020 e 41mila nel 2021.
Purtroppo, possiamo lamentarci del fatto che i dati nel nostro Paese non sono molto puntuali visto che questa relazione è stata trasmessa al Parlamento il 12 gennaio del 2024.
Altro dato critico riguarda le tipologie dei contratti, che risultano a tempo determinato il 59% nel 2020-21, mentre il ricorso al tempo indeterminato si ferma a circa il 25% delle nuove assunzioni. Meno iscritti totali al Collocamento Mirato scesi da 847.708 del 2019 a 774.507 del 2021 (dati disponibili a fine 2024) di cui il 55% residente nelle regioni del Sud e delle Isole. Un dato che ci chiede una riflessione e un approfondimento sulle cause che lo hanno determinato, forse i tempi estremamente lunghi prima di ricevere la prima chiamata per un colloquio di lavoro, forse la scarsa incidenza in tale processo dell’attività di advocacy delle Associazioni, forse anche la necessità di creare un rapporto di maggiore fiducia delle imprese togliendo pregiudizi e bias rispetto al fatto che un lavoratore con disabilità non possa diventare un lavoratore alla pari di tutti gli altri.
Una fotografia che non mostra il lato umano del problema: il lavoro, oltre ad essere una fonte di reddito indispensabile e consentire un alleggerimento delle spese di welfare statale, è anche una necessità personale di costruzione e realizzazione del sè. Un luogo dove poter dimostrare le proprie capacità. Aggiungere un tassello a quel puzzle che è il progetto di vita di ciascuno, con e senza disabilità.
Serve quindi un ponte – fatto di strumenti e conoscenze – che superi il baratro che si sta formando tra le persone con disabilità e il mondo del lavoro. Un ponte le cui basi culturali e progettuali sono già state scritte dalla convenzione Onu per i diritti delle persono con disabilità e dai precedenti e successivi studi che hanno sviluppato un approccio bio-psico-sociale e prassi di disability management, che garantiscano l’accessibilità, l’utilizzo consapevole di tecnologie assistive, accomodamenti ragionevoli.
Accanto agli strumenti già noti oggi si affaccia sulla scena, un altro “giocatore” importante, un facilitatore che nei prossimi anni porterà tanto valore aggiunto nelle prassi di inclusione lavorativa: l’intelligenza artificiale. E questo sarà uno dei temi che verranno trattati a Handimatica 2024
Tra i principali eventi:
Giovedì 28 novembre
alla mattina si tiene il convegno “Gli ausili oggi e domani: il progetto di vita individualizzato e le tecnologie assistive e digitali”
dalle 14:30 alle 15:30 c’è il laboratorio su “Le verifiche di usabilità per un reale collaudo di sistemi digitali”
Venerdì 29 novembre
dalle 10 alle 13 si tiene l’incontro “Digitale: come cambia il mondo del lavoro per le persone con disabilità”
dalle 14.30 alle 15.30 si svolge il laboratorio “Nuovi job profile. Tra descrizione della mansione e profilo di funzionamento” e in contemporanea “Le principali soluzioni di accessibilità sui dispositivi mobili”
dalle 15.45 alle 16.45 si discute di “Disability management: quali nuove competenze?”
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